venerdì 10 Gennaio 2025
Consigli Comunali

Discussione ODG n. 3 – Mozione del gruppo Consiliare “Mezzago Democratica”, “Cessate il fuoco ora: appello per la pace e la reciproca sicurezza tra Israele e Palestina” del Consiglio Comunale del 10/09/2024

Abbiamo letto e discusso al nostro interno la mozione presentata dal gruppo consiliare di Mezzago Democratica, che verte sul conflitto Israelo-Palestinese, che ormai da quasi un anno inonda i giornali e tutti i mezzi di informazione di tragiche notizie ed infiamma la politica.

Notiamo anzitutto che questa mozione riprende quella già proposta dal PD al Parlamento nello scorso Febbraio, ed ivi approvata, con l’astensione della maggioranza, dopo modifiche concordate con la Presidente del Consiglio. A quella vengono apportati degli aggiustamenti legati alla presentazione presso un Ente Locale, con possibilità di intervento diretto nulle in questo conflitto.

Aggiungiamo che in data 4 Luglio 2024 è stata presentata, a seguito del riconoscimento della Palestina da parte di Norvegia, Spagna e Irlanda, una nuova mozione alla Camera dei Deputati da parte del PD, che è stata bocciata, mentre è stata approvata una mozione di maggioranza sullo stesso argomento (col sostegno di Italia Viva e Azione). La differenza tra le due mozioni sta nella richiesta di riconoscimento immediato della Palestina da parte dello stato Italiano, mentre la mozione di maggioranza subordina il riconoscimento della Palestina all’analogo riconoscimento di Israele nelle trattative di pace, secondo l’approccio “due popoli, due stati”.

Entrando quindi nel merito della mozione poco anzi presentata, evidenziamo quanto segue:

1 – E’ opportuno chiarire che lo Statuto del Comune contiene disposizioni programmatiche,  ma che non significano un’automatica presa di posizione per qualunque fattispecie; la pace e la solidarietà tra i popoli, come affermati nello statuto, sono valori che condividiamo, ma la situazione è ben più complessa di come dipinta in questa mozione e questi valori non comportano automaticamente una specifica posizione sul singolo conflitto a maggior ragione quando, come in questo caso, vengono strumentalizzate politicamente. 

Non riteniamo quindi che citarle abbia alcun valore aggiunto, se non appunto quello della strumentalizzazione politica.

2 – Che, come precedentemente affermato, la situazione Palestinese è estremamente più complessa di quanto non si voglia far trasparire da questa mozione.

Il Presidente palestinese Abu Mazen infatti non è in grado di controllare le infiltrazioni terroristiche di Hamas e degli stati che le sostengono, e questa incapacità è alle basi della attuale situazione in quanto eventuali accordi andrebbero presi con l’autorità palestinese che non si troverebbe poi nella posizione di farli rispettare.

Questa ovviamente non è una valutazione di capacità o volontà, bensì una mera osservazione della realtà da cui non è possibile prescindere.

3 – Nel merito degli impegni richiesti al Consiglio Comunale ed alla Giunta, rileviamo che solamente per il punto 2 il comune potrebbe concretamente agire, e che quanto richiesto già è oggetto di progetti di maggiore offerta formativa concordati tra l’amministrazione e la scuola. Inoltre il comune di Mezzago, oltre ad averne patrocinate sul territorio Vimercatese, ha anche organizzato due fiaccolate (il 24 febbraio 2023 e 2024) denominate “STOP A TUTTE LE GUERRE” per dire no tutte le guerre e rendere possibile la pace per tutti i popoli, a rinforzo dell’impegno anche personale dell’amministrazione sull’argomento.

I rimanenti punti sono coperti da mozioni già discusse e votate presso le sedi cui dovremmo indirizzarli.

4 – Riteniamo che andrebbe tracciata una linea molto meglio definita ed evidente nei confronti delle posizioni pro Palestina che hanno portato ad allontanare esponenti ebraici da manifestazioni pubbliche quali il Gay Pride la Festa della Liberazione, oltre che a costruire un clima di condanna nei confronti di chi non si schiera incondizionatamente a favore della Palestina.

Questo sia per questioni di equilibrio nella valutazione delle vicende, sia evitare in tutti i modi di rilanciare un mai sopito antisemitismo in un periodo storico in cui l’attenzione verso la democrazia deve essere molto alta.

Sappiamo che storicamente la sinistra italiana considera il movimento sionista un movimento capitalista e quindi vede nello Stato di Israele non la patria degli oppressi dal Nazismo ma la patria dei capitalisti sionisti. Noi non facciamo queste distinzioni e preferiamo evitare qualsiasi classismo o, peggio ancora, razzismo, soprattutto quando coinvolto è un popolo che ha già ampiamente versato il suo contributo di sangue alla storia.

Il documento presentato è quindi di impatto pratico nullo.

Il troppo generico no alla guerra (che arriva tra l’altro a quasi un anno dallo scoppio del conflitto), viene inoltre associato ad una presa di posizione piuttosto unilaterale verso il riconoscimento della Palestina, cosa che da sola non farebbe altro che ulteriormente legittimare il terrorismo che la pervade.

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